Buone feste – Con l'immagine del magnifico albero di Natale realizzato a Rio de Janeiro, Il Raggio augura a tutti gli utenti del sito e alle loro famiglie un sereno Natale e un felice inizio d'anno.
In questi giorni di festa desideriamo rivolgere un pensiero a quei luoghi del mondo in cui il 2006 comincerà, per una volta ancora, in uno scenario di guerra e violenza.
Mentre scriviamo queste righe apprendiamo che un commando di ribelli armati ha sequestrato a Bagdad tre cittadine irachene che lavorano nella cosiddetta 'Zona Verde', il complesso super-fortificato che si estende lungo la sponda occidentale del fiume Tigri, in piena città.
Il rapimento è avvenuto nella parte meridionale della capitale, non lontano da dove quattro agenti delle unità speciali sono rimasti uccisi, poche ore prima, nell'attacco sferrato dalla guerriglia contro il posto di blocco presso cui erano in servizio; feriti altri sei poliziotti.
Un'altra notizia ci informa che tre militari italiani sono rimasti feriti in modo non grave in seguito a un attentato kamikaze ad Herat, nell'ovest dell'Afghanistan. L'esplosione, causata quasi sicuramente da un'autobomba, è avvenuta al passaggio del mezzo militare: i tre militari sarebbero rimasti feriti dalle schegge dei vetri del loro stesso veicolo, non blindato. I soldati sono stati ricoverati all'ospedale spagnolo presso la Forward Support Base (Fsb). Le loro condizioni per fortuna non destano preoccupazione.
Alcuni giorni fa, per la prima volta, al termine di un discorso davanti al World Affairs Council di Philadelphia, il presidente Bush ha riconosciuto che la guerra in Iraq ha imposto un prezzo molto alto alla popolazione irachena.
Secondo le sue dichiarazioni le vittime irachene, tra civili, militari, forze di polizia, rivoltosi e interpreti, sarebbero "più o meno 30.000, a causa dalle incursioni iniziali e delle perduranti violenze contro la popolazione". A questo dato devono naturalmente aggiungersi le migliaia di perdite dei Paesi occidentali coinvolti nel conflitto: 2.140 vittime solo per gli Stati Uniti.
Nel rivolgere un pensiero speciale ai nostri militari impegnati in zone di guerra, esprimiamo l'augurio che il nuovo anno possa portare una pacificazione almeno in alcune delle aree del mondo attualmente funestate da conflitti, consapevoli che essi riguardano i cittadini dei Paesi direttamente coinvolti, ma anche la sensibilità, la coscienza critica e l'aspirazione al cambiamento dell'opinione pubblica internazionale.
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