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Il Raggio
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Democrazia e' partecipazione
“Il Raggio” è un’associazione nata intorno ad un nucleo costitutivo di giovani e animata da decine di cittadini attivi nella promozione di iniziative culturali, sociali e politiche, nel senso etimologico del termine (quello cioè di servizio alla polis).

“Il Raggio” promuove il valore della cultura, nella consapevolezza del ruolo fondamentale che quest’ultima riveste nel generare fiducia sociale e solidarietà umana, i principi fondamentali di ogni comunità sana e vitale.

“Il Raggio” è inoltre un progetto di impegno civile che, attraverso convegni, campagne di sensibilizzazione e altre forme di comunicazione pubblica, aspira a rendere i cittadini realmente partecipi alla vita democratica del Paese, sottraendoli al ruolo di destinatari passivi di decisioni non condivise.

La scelta di essere presenti on line è legata al nostro desiderio di informare con obbiettività, di sottrarre al “buio” dell’indifferenza tematiche di pubblico interesse e di diffondere idee, creando uno spazio indipendente in cui sia possibile il libero confronto di opinioni e punti di vista.

In un articolo pubblicato da Repubblica nel marzo del 2005, il Prof. Gustavo Zagrebelsky ha voluto redigere quello che lui stesso ha definito un “decalogo contro l’apatia politica”, volto a promuovere la virtù democratica della partecipazione e a valorizzare il contributo attivo che i cittadini possono offrire alla comunità di cui sono parte.
Tra le regole ivi elencate, abbiamo avvertito l’esigenza di porne almeno tre alla base della nostra esperienza associativa, per l’alto senso civico in esse contenuto e perché possano rappresentare per noi un costante punto di riferimento etico e culturale.
Prima regola: “la fede in qualcosa che vale”. Intendendo col termine “fede” non la cieca fiducia in una verità assoluta, ma la capacità di un sistema democratico di credere in se stesso e di opporsi alle tendenze nichiliste e autodistruttive che possono prodursi al suo interno. Per lo scettico la democrazia vale quanto l’autocrazia. “Se non si ha fede in nulla” scrive Zagrebelsky “perché difendere una forma di governo come la democrazia che vale in quanto le proprie convinzioni possono essere fatte valere?” .
Seconda regola (la settima nell’elenco del costituzionalista): “l’atteggiamento sperimentale”. La democrazia vive all’interno di regole precise ed è sorretta da un’indispensabile chiarezza di principi, tuttavia si rigenera costantemente rinnovandosi nelle conseguenze dei propri atti. L’atteggiamento sperimentale di cui parla Zagrebelsky non allude ad un’improvvisazione incolta e superficiale, ma alla capacità del civis di sentirsi parte di un processo in continuo divenire e non il testimone impotente di atti e decisioni che sfuggono al suo controllo. “Ogni progetto realizzato apre problemi che rimettono in discussione il progetto. L´esperienza è il banco di prova della teoria. Immergersi in questa tensione forma il carattere, rende accettabili le sconfitte e promuove nuove energie”.
Terza regola (la nona del decalogo): l’atteggiamento altruistico. La convinzione che la solidarietà non sia una componente accessoria della democrazia. Quest’ultima deve essere intesa come “forma di vita di essere umani solidali” e, riprendendo il pensiero di Montesquieu, l’amore per la cosa pubblica coincide con la disponibilità a mettere in comune il meglio di sé: tempo, capacità e perfino risorse materiali.
 
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