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Lavoro: il potere d'acquisto di autonomi e dipendenti

Un'analisi della Banca d'Italia, condotta sui bilanci delle famiglie italiane dal 2002 ad oggi, evidenzia un netto divario nella crescita del potere d'acquisto tra lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti.
Nel 2002 la differenza di reddito annuo tra le famiglie appartenenti alle due categorie era di 9700 euro, ora il gap è aumentato fino a 15.842 euro con una crescita di circa il 60%. I lavoratori autonomi hanno aumentato il proprio potere d'acquisto dell'11,7%, mentre i lavoratori dipendenti lo hanno diminuito del 2,1%.
Sono i dati di un paese che sta cambiando. Le "due Italie" non sono più identificabili in base al fattore geografico. La differenza tra Nord e Sud cede il posto a quella che deriva dalla qualità del lavoro.
Che si tratti di dirigenti o operai i lavoratori dipendenti vedono peggiorare le loro condizioni economiche. Sorprendentemente poi il reddito delle famiglie aumenta al Centro (dell'8,5%) e al Sud (del 2%), ma diminuisce al Nord (dell'1,7%).

Secondo i dati raccolti dalla Banca d'Italia, in media la famiglia italiana consuma il 75% del suo reddito. Tra le spese risultano sempre più alte quelle legate all'abitazione: dal 1994 ad oggi il valore al metro quadro delle abitazioni di residenza è aumentato del 76% in termini nominali e del 38% in termini reali. In due anni gli affitti sono aumentati in media del 10%.
Rispetto al 2002 il reddito reale delle famiglie è salito di circa il 2%, tuttavia si fanno più debiti che in passato: le famiglie con "rate" da versare sono il 24,6%, in lieve crescita rispetto al 22,1% del 2002.
Riguardo agli investimenti poi, si riduce la voglia di rischiare degli italiani. Nel portafoglio si riducono sia le azioni che i titoli di Stato, ma aumentano i depositi fiscali.
Aumenta invece del 22% (in termini nominali) la ricchezza familiare, anche se le sua distribuzione evidenzia un certo squilibrio sociale, con il 10% delle famiglie italiane che detiene il 43% della ricchezza nazionale.

Dall'analisi della Banca d'Italia emerge una famiglia italiana più vecchia e più piccola. Il 25% dei nuclei familiari è composto da single, in molti casi donne anziane. Ma anche per le famiglie con figli difficilmente il numero dei componenti raggiunge la famosa "quota 4". Basti pensare che i membri della famiglia italiana sono in media 2,58.
Anche in questo caso non acquisisce rilevanza alcuna la distinzione geografica: si va dal 2,87 del Sud, al 2,43 del Centro e al 2,44 del Nord.
Come si diceva è il quadro di una famiglia italiana che sta cambiando: meno numerosa, più ricca, ma con maggiori spese da sostenere e dunque paradossalmente più indebitata, in cui gli squilibri sociali dovuti alla collocazione geografica lasciano il posto il posto a quelli legati al tipo di professione svolta, alla natura autonoma o dipendente del proprio impiego.


Massimo Gradasso

 
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