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Ritorno al proporzionale

Mercoledì 14 dicembre la maggioranza di centrodestra ha approvato la nuova legge elettorale che manda in soffitta il maggioritario e rispolvera l'antico proporzionale. Il testo è passato con 160 sì, 119 no e 6 astenuti, e ha visto i partiti della Cdl ancora una volta compatti intorno ad un provvedimento sul quale opposizione, associazioni, autorevoli esponenti del mondo accademico e giuridico e cittadini avevano chiesto un ripensamento. Ora la legge dovrà essere ratificata dalla firma del Capo dello Stato e sono in molti a sperare che i dubbi di costituzionalità che il provvedimento porta con sé inducano il Presidente della Repubblica a rinviarlo alle Camere.
Riassumiamo di seguito alcuni dei principali cambiamenti previsti dalla legge.

Sistema proporzionale di maggioranza. Con la nuova legge vengono aboliti i collegi uninominali, con cui venivano eletti i 3/4 del Parlamento, e viene introdotto il sistema proporzionale con premio di maggioranza, che garantisce il raggiungimento di 340 deputati. All'opposizione restano 277 seggi. Poi ci sono da conteggiare i 12 seggi della circoscrizione Esteri. I candidati saranno presentati in liste bloccate, sulla base delle circoscrizioni. Non ci sono le preferenze, volute in un primo momento dall'Udc con un emendamento, poi ritirato. Con questo sistema lo scorporo viene eliminato.

Tre soglie di sbarramento. Tre le soglie di sbarramento per la Camera: 10% per le coalizioni, 4% per i partiti non coalizzati e 2% per i partiti coalizzati. I voti dei partiti che non raggiungono il 2% vengono conteggiati, ma per il riparto dei seggi vengono contati solo quelli presi dal miglior perdente al di sotto del 2%.

Premio di coalizione regionale. Per garantire il problema della rappresentatività regionale del Senato viene introdotto il premio di coalizione regionale, un premio di maggioranza che si calcola su base regionale. La coalizione che ha più voti in ogni singola regione avrà almeno il 55% dei seggi. In questo modo il premio di maggioranza può andare in una regione alla Cdl e in un'altra regione all'Unione.

Coalizione. Dopo le obiezioni del Quirinale sulla designazione del premier, la Cdl ha introdotto nella legge una norma che invece prevede l'indicazione del "capo della forza politica" pur "restando ferme le prerogative del Presidente della Repubblica previste dall'articolo 92". "I partiti o i gruppi politici - recita la nuova norma - organizzati tra loro collegati in coalizione che si candidano a governare, depositano un unico programma elettorale nel quale dichiarano il nome e cognome della persona da loro indicata come unico capo della coalizione". In precedenza era scritto "unico leader".

Tutela delle minoranze linguistiche. Sono tutelate le minoranze linguistiche, coalizzate o non coalizzate. Nelle Regioni a statuto speciale potranno accedere al riparto dei seggi superando la soglia del 20%.

No alle quote rosa. Nella nuova legge elettorale non c'è spazio per una maggiore rappresentanza femminile. E' stato bocciato, infatti, la norma che prevedeva l'obbligo di candidare una donna ogni tre uomini e che introduceva delle sanzioni per i partiti che non rispettavano tale rapporto.

No alla raccolta di firme per chi ha un gruppo in Parlamento. I partiti o i gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare in entrambe le Camere dall'inizio della legislatura e i gruppi che abbiano almeno un seggio nel Parlamento europeo non dovranno raccogliere le firme per la presentazione delle liste elettorali. Lo stesso vale per i partiti o i gruppi politici rappresentativi di minoranze linguistiche che abbiano conseguito almeno un seggio in occasione delle ultime elezioni per la Camera o per il Senato.

No alle preferenze "improprie". E' stata cancellata dalla legge la cosiddetta norma con le preferenze "improprie", che prevedeva la possibilità di scrivere sulla scheda il nome di un candidato. La legge, invece, prevede che si possa apporre "un solo segno nel rettangolo contenente il contrassegno della lista prescelta".


La Redazione

 
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